I costi accessori più comuni associati alle offerte internet riguardano sicuramente gli eventuali costi di attivazione della linea. Questi possono essere pagati in una soluzione unica o spalmati su più rate, ma sono generalmente sopra ai 50€, talvolta molto sopra. Per fortuna, i gestori offrono spesso sconti sull’attivazione che possono persino arrivare al 100% per periodi limitati e solo a certe condizioni (passaggio da altro operatore, copertura di rete, ecc). Quasi sempre, comunque, queste promozioni sono valide solo per contratti della durata di 24 mesi. In questo modo i gestori tentano di tenersi i propri clienti più a lungo, sottraendoli alla concorrenza.
Altro modo per fidelizzare, o forzare i clienti a restare almeno un paio d’anni, è quello di applicare costi di disattivazione (chiamate penali, prima che la legge le vietasse). Questo argomento, però, meriterà un articolo specifico, per cui non aggiungo altro in questa sede, perché è una questione spinosa.
Altri costi accessori possono poi riguardare i servizi erogati dal gestore e si dividono sostanzialmente in 2 categorie: i costi legati alle chiamate e quelli legati all’adsl. Tra i primi rientrano i servizi di segreteria telefonica, il trasferimento di chiamata per quando si è fuori casa, il servizio “chi è” per sapere chi ti sta chiamando ancora prima di rispondere, in modo da evitare chiamate indesiderate, linea telefonica aggiuntiva, ecc. I servizi accessori legati all’adsl, invece, sono sostanzialmente tutti quei servizi che aumentano la velocità di navigazione rispetto al contratto di fornitura base, cioè le varie promozioni SuperInternet e InternetPlay di TelcomItalia, Fibra100 per le offerte Fastweb, la navigazione a 20Mbps a soli 3€ in più proposta da Infostrada; o ancora servizi televisivi come la Vodafone TV solution proposta con la Vodafone Station 2 o CuboVision di TelecomItalia.
Inoltre, in bolletta ti potrebbero venire addebitati costi accessori relativi all’acquisto o locazione di apparati tecnici quali modem wifi, telefoni, centralino, e quant’altro. Oppure cercheranno di aggiungere al tuo contratto servizi come spazio web aggiuntivo che magari non userai mai, servizi di filtraggio spam per la email, protezione antivirus e antifrode, servizio di backup online.
Ovviamente il più evidente di tutti i costi accessori è il canone di TelecomItalia, retaggio del passato da monopolista e del presente di gestore della infrastruttura telematica principale, fastidiosissimo balzello cui vengono sottoposti i clienti Telecom – a volte in maniera non del tutto trasparente, come nei tanti casi che si leggono in giro per la rete di utenti che hanno sottoscritto il contratto Alice 7 mega pensando di pagare una ventina di euro al mese e si sono trovati a pagarne quasi il doppio a causa appunto del canone.
Non fa parte invece dei costi accessori l’iva. Questa, infatti, rispondendo anche alla richiesta di un lettore, è sempre compresa nei prezzi internet pubblicizzati dagli operatori.
Riassumendo, ecco dunque le 5 classi di costi accessori che potrebbero spuntare inavvertitamente nella tua bolletta:
- costi di attivazione/disattivazione;
- servizi accessori legati alle chiamate: segreteria telefonica, trasferimento di chiamata, “chi è”, linea telefonica aggiuntiva, ecc;
- servizi accessori legati alla linea adsl: velocità maggiorata rispetto alla offerta base, tv via web, ecc;
- acquisto o locazione di apparati tecnici: modem wifi, telefoni, centralino, ecc
- servizi aggiuntivi web: web security, backup.
In conclusione, sii sempre vigile prima della sottoscrizione di un’offerta, e controlla che stai effettivamente richiedendo soltanto i servizi che ti servono, altrimenti la tua bolletta potrebbe lievitare senza che te ne accorga.