Il ritardo della banda larga in Italia
La copertura della banda larga in Italia ha raggiunto oramai oltre il 95% della popolazione, ma meno della metà ne fa uso. Lo dice il rapporto sulle telecomunicazioni presentato da Asstel, l’associazione che rappresenta le aziende di categoria.
Quello che fa scalpore è che l’Italia è all’ultimo posto in Europa, per il tasso di diffusione della connessione veloce, pur avendo l’opportunità di essere tra i primi, visto che la banda larga riesce a raggiungere quasi tutta la popolazione, precisamente il 95,6%, come emerge dal rapporto, il che lascia comunque fuori quasi 3 milioni di persone. Resta il fatto che solo il 55% della popolazione fa uso di una connessione veloce a banda larga, decisamente poco per una nazione come l’Italia, basti pensare che la percentuale del Regno Unito è dell’86%. Quasi come a dire “Abbiamo l’acqua, ma preferiamo farne a meno”.
Questa disparità tra gli utenti che ne fanno uso e quelli che potrebbero fa si che il settore ne risenta; infatti in un anno ha perso il 2,4% dei ricavi e il 5% degli occupati, cifre enormi per un mercato che di questi tempi non dovrebbe conoscere crisi, almeno in un Paese normale. Il settore delle telecomunicazioni è infatti uno di quelli che potrebbe trainare l’Italia fuori dalla crisi economica, portandola a una maggiore competitività sul mercato globale. Nonostante gli analisti continuino a ripeterlo da decenni, la classe dirigente pensa a spartire appalti per grandi opere ancorate saldamente al secolo scorso.
Così come negli anni ’50 l’Italia aveva bisogno di quelle infrastrutture viarie che slanciarono il Paese verso il boom economico, oggi l’Italia dovrebbe rivolgersi a settori come quello delle telecomunicazioni, ma anche quello delle energie rinnovabili ad esempio, per mettere le imprese nelle condizioni di competere con l’estero, basando questo sviluppo sul lavoro di personale giovane altamente qualificato e ad alto livello di istruzione.
Le cause del ritardo nello sviluppo della banda larga in Italia
Secondo il rapporto, la causa principale del ritardo è da ricercare nel diffuso analfabetismo informatico, ma anche nel ritardo con cui si sta procedendo all’attuazione dell’Agenda Digitale. Infatti Asstel e i sindacati hanno lanciato un appello al Governo Letta, ricevendo una parziale risposta nel “Decreto da fare”, che, tra le novità, comprende il domicilio digitale e l’istituzione dell’agenzia digitale.
“Altra cosa da considerare”- spiega il presidente di Asstel – ” è il tasso di penetrazione della banda larga, cioè della domanda di connessioni veloci, su cui effettivamente il nostro paese è in netto ritardo, come ha rilevato di recente la stessa Commissione Europea”, ritardo da attribuire agli stessi motivi di cui sopra: analfabetismo informatico e lentezza nell’attuazione dell’Agenda digitale.
La situazione pare ancora più preoccupante considerando che il rapporto ritiene a banda larga anche connessioni di 2 mega al secondo. Personalmente considero a banda larga connessioni non inferiori ai 7 Mbps. Siamo nel 2013 in un Paese del G8. Negli Stati Uniti Google (tra gli altri) sta cominciando le cablature in fibra ottica a 1 giga al secondo e in Giappone stanno facendo lo stesso. Che il 45% della popolazione italiana non abbia accesso neanche a offerte internet da 2 mega suona come un allarme sociale ed economico che ci destinerà senza dubbio a un’arretratezza ancora più marcata.
Da tutto ciò consegue uno scarso sviluppo dell’e-commerce e dell’e-government e di tutti i servizi online in generale. Infatti, sempre dal rapporto, risulta che nell’ultimo anno solo il 17% degli Italiani e il 4% delle imprese hanno effettuato transazioni online. Queste percentuali paragonate a quelle del Regno Unito (che sono rispettivamente del 73% e 18 %) parlano da sole. Il fatto che il trend sia costantemente in crescita da diversi anni, quindi, non compensa l’abisso che ci separa dalle nazioni più avanzate e – guarda caso – più ricche.
Al giorno d’oggi, i prezzi delle offerte internet sono diventati assolutamente abbordabili, attestandosi tra i 20 e i 30€ per le proposte più economiche tra i 7 e i 20 mega. Il mercato propone offerte adsl senza telefono per risparmiare, oppure pacchetti completi di telefonia fissa alla portata di tutte le famiglie, anche in questi tempi di crisi.
Non possiamo che augurarci che la popolazione italiana e certa informazione allarmista superino la diffidenza verso la tecnologia e che la classe dirigente comprenda l’importanza delle telecomunicazioni per lo sviluppo del Paese.
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